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Testimonianza



Sono alcuni anni che grazie alla spinta di un caro amico, ogni anno parto per un Cammino di fede in Spagna o in italia. Due anni fa avevo deciso di intraprenderlo ma poi decisi di fare la Francigena in corrispondenza con l'Anno Santo e l'anno scorso, il Cammino di Assisi per ricordare il nostro Pontefice Francesco.

In Primavera decisi di fare finalmente il Cammino Celeste, mi attirava l'esperienza di raggiungere i due Santuari Mariani di Castelmonte e del Lussari come Pellegrino, dove da giovane con la famiglia era tradizione partecipare alla messa della natività della Madonna dell'8 settembre e al Lussari dove non ero mai stato.

Assieme all'aspetto di fede, mi attirava molto l'attraversare tutto il Friuli orientale incontrando paesi e montagne delle nostre Alpi Giulie. Assieme all'amico Mario, siamo partiti il 5 giugno dalla Basilica di Aquileia dopo una breve sosta per una preghiera, in serata arrivo ad Aiello e subito le prime foto delle meridiane una diversa dall'altra piene di simboli e colori che le fanno diventare delle opere d'arte.

Al mattino appena partiti, incontriamo casualmente Pantanali Aurelio, che avevo conosciuto in un incontro sul Cammino, a Pordenone, Aurelio ci fa vedere la meridiana ricavata da un originale antico, che indica le ore trascorse dal sorgere del sole, arrivati a Medea, sopra una collina compare il grande monumento dedicato a tutti i caduti in guerra.




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Partendo da Cormons incontriamo le colline del collio e arrivati a Scriò un po' stanchi, attraversiamo la tenuta Stella, salutiamo il responsabile che sta lavorando, scambiamo due parole e segnaliamo che pur attraversando tanti vigneti, non c'era mai stata la possibilità di degustare in loco il vino prodotto, non esita ad invitarci all'interno e molto gentilmente ci offre un Tajùt di buon Friulano, illustrandoci brevemente l'attività della tenuta.

Ritemprati si arriva a Castelmonte. Alla sera Santa Messa e nel tramonto ci godiamo il silenzio ed il panorama dal piazzale. A Cividale foto di rito sul ponte del Diavolo e visita al Duomo, arrivo a Masarolis al Centro Sociale dove ci accoglie la Sig.ra Norma che ci dà le informazioni per poterci organizzare la cena. Mancando poi un negozio chiediamo se poteva in qualche modo procurare qualcosa da mangiare per il giorno successivo, gentilmente ci procura delle uova che lessiamo e frutta. Bello poi vedere il lavoro di squadra di 6 volontari, che al sabato sera tardi muniti di tagliaerba e decespugliatori, tagliavano l'erba del campo sportivo e dell'area attorno per la 3* Camminata Naturalistica che si terrà domenica 23 giugno. Arrivati a Prossenicco ci fermiamo a visitare la mostra fotografica, della vita di un tempo e degli attrezzi di lavoro poi ci incamminiamo per Montemaggiore.

Al mattino successivo a Monteaperta, causalmente incontriamo Ivano Carloni responsabile del Rifugio A.N.A. che ci conferma di non salire al rifugio, dove mancano ancora alcuni servizi e di prendere la Variante attraversando Monteaperta e Micottis dove lungo la strada salutiamo il Sig. Albino che stà lavorando l'orto e ci racconta i suoi trascorsi, nato oltre 80 anni fa da genitori già anziani padre di 60 anni e madre di 50, prima di lui altri con tre fratelli più grandi, rimane orfano dopo qualche anno, la famiglia ha grandi difficoltà economiche e giovane parte per 20 anni in Belgio come minatore poi rientra e fa altri 10 anni alle cave del Predil.




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Dopo il terremoto venendo a mancare il mulino nel paese, decide di costruirne uno, riproducendo un mulino azionato ad acqua del 1400 ma gli impediscono di realizzarlo integralmente, in quanto doveva avere una autorizzazione con relativa tassa per l'utilizzo dell'acqua, ha risolto montando un motore elettrico. Arriviamo infine alle sorgenti del T. Torre, dove veniamo ospitati presso la Trattoria del Sig. Alessandro. Alla sera ceniamo insieme alla sua famiglia e a due suoi amici uno Austriaco e una Americana conosciuti in Messico diversi anni prima. Alessandro poi ci accenna al suo progetto, che è in fase di arrivo per il prossimo anno con una nuova Locanda ricavata restaurando un vecchio sito, dove attorno verranno reallizzate circa 7 casette in legno con tetto in vetro, che possono ospitare 3-4 persone ognuna, in mezzo alla natura del parco delle Alpi Giulie.

Agli Stavoli di Gnivizza ci fermiamo per un bel piatto  di fagioli, scambiamo due chiacchere con la titolare, che ci racconta che anche lei ha fatto i cammini più importanti di Santiago ma oggi li trova troppo commerciali e con presenze eccessive per il Francese mentre ha ancora apprezzato il Cammino del Nord. Nel pianificare la tappa del giorno successivo della Val Dogna ci accorgiamo che una frana importante a Febbraio, ha reso impraticabile la strada dopo Chiout con tanto di divieto di transito, contattiamo Aurelio Pantanali, per capire se si poteva in qualche modo superare la frana, ci risponde che avrebbe contattato il Sindaco di Dogna per valutare il da farsi, dopo mezzora ci conferma che all'arrivo a Dogna il Sindaco ci avrebbe fatto trovare una piantina con un nuovo percorso più a valle che aggirava la frana.

A Dogna siamo ospiti alla Casa del Pellegrino, dove ci riceve la Sig.ra Olga la quale ci consegna subito la nuova piantina del percorso, questo fatto è stato molto gratificante in quanto difronte all'imprevisto che avrebbe impedito di fare una delle tappe più interessanti del cammino, Aurelio ed il Sindaco hanno dimostrato una grande sensibilità e disponibilità nel dare una soluzione in pochi minuti. Anche con la variante non perdiamo niente della bellezza che ci viene riservata dalla Val Dogna con le vette delle Alpi Giulie, e le importanti testimonianze della prima Guerra Mondiale.

Durante la risalita della Valle dopo aver superato Pleziche ci ricongiungiamo al percorso normale verso Plan dei Spadovai, in quel tratto ci supera in bicicletta un signore, con andatura sostenuta tanto che non riesco fermarlo per avere un'informazione sul percorso.




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Raggiunto il Spadovai troviamo la locanda aperta con un signore sul terrazzo e la bicicletta parcheggiata fuori, lo salutiamo ed entriamo. Scopriamo poi che il signore è Compassi Giovanni, titolare della locanda, che per arrivare parcheggia l'auto prima della frana, la supera a piedi e dall'altra parte lo aspetta la bicicletta che lo porta alla sua Locanda Ai due Pizzi.

Scopriamo anche, che ha un passato da sportivo dove si cimentava in maratone, fondo, alpinismo, oltre a ciò è anche maestro d'Ascia, tanto che dopo aver perso la segheria per l'alluvione del 96, costruisce con le proprie mani su un vecchio rudere la sua Locanda. La passione per la montagna gli varrà nel 2010, il 30° premio Fedeltà alla Montagna istituito dall'Associazione Nazionale Alpini. Non disdegna neanche la caccia al Camoscio, dove trova terreno di confronto con il mio amico Mario. disquisendo sugli aspetti regolamentari e tecnici. Dopo una birra, un selfie e un saluto caloroso riprendiamo il cammino sapendo di aver incontrato un uomo della montagna di grande umanità ed esperienza di vita.




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Raggiunto il rifugio Grego, ci fermiamo ad ammirare lo scenario delle Alpi e li veniamo raggiunti da una telefonata della Sig.ra Olga che ci chiede se durante il percorso della variante avevamo avuto problemi, questo a dimostrazione della grande sensibilità delle persone di questi luoghi.

Il Cammino si conclude con l'arrivo a Camporosso di Resi moglie di Mario e di Calisto, amico comune con i quali percorriamo insieme l'ultima tappa.

Grande è la soddisfazione e gratificazione quando raggiungiamo prima la croce di marmo e poi il Santuario dove entriamo per una preghiera di ringraziamento, a completamento saliamo alla croce per ammirare e respirare l'aria delle nostre Alpi Giulie



Bellotto Adriano




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